A cura del Gruppo Progetto Casa della Comunità
Parma, 7 novembre 2021
Questo documento si propone di contribuire al dibattito in corso sulla revisione e rilancio del welfare e dei servizi territoriali nella città e provincia di Parma, presentando una proposta articolata sul tema delle Case della Comunità (CdC). Le CdC costituiscono, nelle intenzioni degli estensori e aderenti a questo progetto, una evoluzione delle Case della Salute e delle iniziative di prossimità intraprese negli ultimi dieci anni circa sul nostro territorio. Ma una evoluzione che ne muta significativamente l’approccio e le modalità di funzionamento. L’esperienza delle Case della salute ha conosciuto a Parma un rilevante sviluppo. Con 24 Case attivate (a giugno 2021), il territorio parmense si situa ai vertici nazionali per quanto riguarda l’applicazione del modello scelto dalla Regione Emilia Romagna per attuare le direttive emergenti dalle leggi del 2006/7 (Decreto Ministero della Salute 10 Luglio 2007 e Dgr ER 291/2010) che portano il nome del Ministro proponente Livia Turco. In questi dieci anni le Case si sono moltiplicate, ma solo in alcuni casi e in misura limitata hanno assunto quelle funzioni e quelle caratteristiche partecipative che erano state preventivate dal progetto ministeriale. Inoltre, l’evento della pandemia da Covid-19 – che ancora, per molti aspetti, stiamo attraversando in tutte le sue dimensioni sindemiche – ci pare che costituisca una cesura storica da cui occorre trarre tutte le dovute indicazioni e trasformazioni conseguenti. In altri termini, ci pare giunto il momento di un ripensamento di fondo dell’esperienza delle Case e degli altri interventi socio-sanitari sviluppati negli ultimi anni, al fine di dare risposte più adeguate e congruenti alle molte problematiche sociali e sanitarie già emerse nell’ultimo decennio e che, nel corso della pandemia, si sono aggravate o hanno assunto caratteristiche specifiche. Stiamo parlando di nuove problematiche di povertà, solitudine, disagio sociale, in particolare a carico della popolazione anziana, ma anche di quella giovanile; stiamo però anche parlando dei “normali” percorsi di cura fra domicilio, cure primarie, cure specialistiche e ospedaliere che oggi scontano ritardi, frammentazioni, scarso ascolto della cittadinanza, ma anche perdurante insoddisfazione da parte dei professionisti e quindi carente partnership fra cittadini e professionisti. […]